
Potevi avere 15, 20, 30, 40 o 60 anni, ma se non hai visto Borg-McEnroe ti sei perso una parte importante di tutte le metafore e di tutte le sfumature che presenta la vita. Il fuoriclasse svedese e il talentissimo americano si sono affrontati tante volte, ma Borg-McEnroe è quel match, quella finale, quel torneo. Era il 6 Luglio del 1980 e il giovane Mac ha sfiorato l'impossibile, tanto era forte, solido e strutturato il numero 1 che veniva dal freddo, il numero uno Bjorn. Un anno dopo John si sarebbe preso la rivincita, ma per quel 6 Luglio ha dovuto accontentarsi del tie-break più lungo e palpitante della Storia, mentre la Coppa di Wimbledon, che oggi diventa un film, andava a Borg.
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Per chi ha apprezzato la versione cinematografica, Rush, di Ron Howard, del duello per il Mondiale di Formula 1 del 1976 fra James Hunt e Niki Lauda, diventa imperdibile Borg-McEnroe-Il Film.
L'eterno derby fra il genio e la ragione, fra il talento e il pensiero. Hunt stava a McEnroe come Lauda a Borg e tutto questo conferma che non ci sono regole fisse, nello sport come nella vita.
Nel 1976 vinse il genio nel Gran Premio del Giappone, nel 1980 il computer nella Finale del Torneo di Wimbledon.
Gli attori del film di Bjorn Borg, l'Orso, e di John McEnroe, the Genius, sono praticamente uguali ai due fuoriclasse del tennis e per chi era davanti al video il 6 Luglio 1980, il remake cinematografico può essere davvero gustoso.
Borg, che non dobbiamo più ricordare solo per le vicende con Loredana Bertè, era biondo, glaciale, con uno stile basato sulla regolarità e la difesa.
Macchi era tutto il resto: mancino, con folti capelli ricci e rossicci, irascibile e con un gioco votato tutto all’attacco.
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In uscita il 9 Novembre nelle sale, la pellicola della Partita della vita avrebbe dovuto essere riservata solo ai cinema svedesi, invece tutto il mondo ne ha richiesto la distribuzione: perchè quella finale è diventata un film?
McEnroe stravince primo set, poi il compassato Borg si riprende, vince il secondo e il terzo set e si presenta al redde rationem del quarto: due match point sul 5-4, annullati dal mancino newyorchese con due meravigliosi passanti.
E' così che lamericano strappa il servizio allo svedese e la Storia inizia a fare il suo corso: tie break, non un tie break, ma il tie break, come i supplementari di Italia-Germania del 1970, qualcosa di inspiegabile e di irripetibile.
Un tie break di23 minuti, i più celebri e palpitanti della storia del tennis: Borg si procura altri 5 match point, e su quello dell’11-10 un nastro beffardo soccorre McEnroe.
Dopo 34 punti, 18-16, il quarto set è di John che rimanda tutto al quinto set, ma è proprio qui che Bjorn dimostra di essere il numero uno, concedendo appena tre punti al servizio per imporsi 8-6.
McEnroe batterà poi Borg in finale agli Us Open, in finale a Milano e poi si prenderà la dolce rivincita a Wimbledon nell’81, ma è giusto che loro rivalità divenga un film per "quella" Finale del 1980.
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FONTI:
Per il contenuto: Borg-McEnroe: le anime opposte che hanno cambiato il tennis, gazzetta.it, Riccardo Crivelli, 1 Novembre 2017.
Per l'immagine: www.we-news.com
Articolo scritto da:
Mauro Suma, il Direttore Responsabile (leggi la sua biografia).