Agosto 1997-Agosto 2017: sempre nel ricordo di Lady Diana
Agosto 1997-Agosto 2017: sempre nel ricordo di Lady Diana

Non siamo fra quelli che scomodano i servizi segreti e i complotti in stile Spectre della Corona inglese. Ma sappiamo tutti bene quanto dovette impegnarsi e sudare le proverbiali sette camicie Tony Blair, all'epoca primo ministro britannico, per far capire alla regina Elisabetta che era successa una tragedia per tutta la monarchia e che doveva assolutamente tornare a Buckingham Palace per vivere il lutto insieme a milioni di inglesi. Accadeva 20 anni fa, il 31 Agosto del 1997. Un momento tragico, toccante: è notte ma tutte le luci delle case di Londra si accendono una dopo l'altra. Poi un mare di fiori per lei, per Lady D, la mamma di William e Harry, la sorella e la figlia che milioni di donne in tutto il mondo avrebbero voluto avere.

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Una vita breve, ma molto più vissuta di tante altre che si incamminano lente verso lo scorrere degli anni.

Non era perfetta, nessuno lo è, ma era lei, dolce e carismatica, tenera e ipnotica: bastava un suo gesto per asciugare le lacrime di una mamma che nei Balcani stava piangendo davanti alla tomba del figlio ucciso da una mina anti-uomo.

Perchè lei Lady Diana le persone, soprattutto quelle afflitte dalla vita e dai dolori dell'esistenza, le voleva toccare con mano, senza farsi proteggere dai guanti, come tutta la Londra che conta ben sapeva.

Era lei, Diana Spencer, il sorriso più bello, discreto e avvolgente del mondo, la donna che ha segnato una intera, una leggenda che non si è spenta e che mai si spegnerà.

Anche il principe Carlo, un anno dopo l'altro dalla scomparsa della "moglie", lo ha capito: del resto, rispetto alla surreale freddezza della regina Elisabetta e del principe consorte, era stato il più sensibile nei momenti e nei comportamenti immediatamente successivi all'incidente de l'Alma a Parigi.

Vent'anni dopo la sua scomparsa, non si può fare a mano di ricordarla come un grande personaggio internazionale che incarnava una nuova Gran Bretagna anche se con comportamenti a volte al di fuori del protocollo reale.

Nonostante le accuse del papà di Dodi Al Fayed, continuiamo a pensare che siano state la fatalità e la morbosità ad aver tolto fisicamente Diana da un intero pianeta che non faceva che adorarla e pendere dai suoi sorrisi, anche quelli più sfumati, anche quelli più velati e melanconici.

Vittima dei giornali, forte di un grande potere mediatico usato alla fine per far emergere la sua personalità, Diana era studiata e osservata in ogni dettaglio, inseguita giorno e notte dai paparazzi, cosa che la faceva soffrire e la costringeva dentro una esistenza estrema, al limite.

Dopo l'incidente, molti direttori di giornali hanno avuto l'accortezza di non pubblicare le foto macabre dei corpi di Diana e Dodi.

Se lo sono meritato, in particolare la principessa del Galles che è sempre stata vicina a grandi cause sociali, contro le mine anti-uomo ma non solo, dando un contributo alla Storia con  la maiuscola.

Diana è ricordata per l'aspetto, per lo stile, ma il suo amore per la charity deve essere sbattuto in prima pagina.

Almeno oggi, almeno 20 anni dopo la folle corsa di una notte ingiusta.

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FONTI:

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Articolo scritto da:

Mauro Suma, il Direttore Responsabile (leggi la sua biografia).