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'IL SESTO CONTINENTE': LA COLORATA INSTALLAZIONE DEL ORIOCENTER DI BERGAMO SI APPRESTA AD ENTRARE NEL GUINNESS DEI PRIMATI (by el91)

Ve la ricordate la mostra “Il sesto continente”?

Sono passati ormai circa tre mesi e mezzo dalla sua messa in opera e ora tutto è pronto per il grande tentativo: “Il sesto continente”, la mostra ospitata presso il Centro commerciale Oriocenter (Orio al Serio), prova ufficialmente a entrare nel Guinness dei Primati.

Il record a cui l’evento si candida è quello della “più grande esposizione di Cracking Art mai realizzata in un centro commerciale”. L’omologazione ufficiale del record si terrà venerdì 12 settembre alle ore 17.00 a Oriocenter.

Inaugurata il 29 maggio scorso e visibile fino a novembre 2014, “Il sesto continente” è un’installazione coloratissima che caratterizza ogni angolo del Centro bergamasco: dalla facciata esterna alle piazze, dalle colonne fino a soffitti e scale mobili. Praticamente ovunque.

Il visitatore si trova immerso in un mondo fantastico e sorprendente. 7.000 opere in plastica di grandi dimensioni riproducono sei specie di animali (chiocciole, rane, suricati, lupi, rondini, pesci angelo), che si sono simbolicamente rifugiati a Oriocenter per sfuggire a inquinamento e mutamenti climatici.

Nelle aree degli allestimenti ogni animale racconta la sua storia, le minacce cui è sottoposto e lancia un messaggio di sensibilizzazione. In questo modo “Il sesto continente” unisce al forte impatto visivo un importante impegno ambientale.

La mostra affronta il tema dell’arte come forza rigenerante utilizzando due diverse modalità: “la rigenerazione del pianeta attraverso l’arte” e “la rigenerazione dell’arte attraverso l’arte”.

A firmare le opere è il Cracking Art Group, il movimento d’avanguardia composto da Renzo Nucara, Marco Veronese, Carlo Rizzetti, Alex Angi, Kicco e William Sweetlove.

Nato nel 1993, il gruppo si è affermato in Italia e nel mondo grazie a un rivoluzionario uso di materiali plastici che evocano una stretta relazione tra naturale e artificiale.

I grandi animali in plastica colorata ne sono il segno distintivo: le opere escono dai musei e invadono i luoghi della quotidianità, piazze e monumenti, castelli e centri commerciali, portando un forte messaggio di impegno sociale e ambientale.

George Ruether, direttore Real Estate Markets Shopping-Commerz Real, che aveva presenziato alla conferenza stampa di presentazione, aveva così commentato:

"In Germania non è diffusa la cracking art che invece rappresenta una grande opportunità non solo per rigenerare l’arte ma anche l’ambiente”.

"Cracking Art" deriva dal verbo inglese to crack = schioccare, scricchiolare, spaccarsi, spezzarsi, incrinarsi, cedere, crollare...

"Cracking è il divario dell'uomo contemporaneo, dibattuto tra naturalità originaria e un futuro sempre più artificiale."

"Cracking è il processo che serve a trasformare il petrolio in virgin nafta, base per migliaia di prodotti di sintesi, quali la plastica."

Per gli artisti appartenenti a questa corrente, "Cracking" è quel processo che trasforma il naturale in artificiale, l'organico in sintentico. Un procedimento drammatico, se non è controllato, una scissione che ci mette tutti di fronte a realtà nuove.

Una bella, innovativa, colorata mostra, ma soprattutto ricca di significato. E allora vedremo presto se l’esposizione sarà in grado di entrare nel Guinness dei primati.

Loro ci proveranno e noi vedremo che succederà.

Tutto venerdì 12 settembre 2014, presso l’Oriocenter.

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